martedì 5 giugno 2012

Italiani che si scannano per la festa della repubblica e austriaci che ci festeggiano.

Passati i polveroni sulla festa della repubblica del 2 Giugno con relativo contorno di polemiche sulla sospensione o meno della parata (e del conseguente riutilizzo dei fondi per la stessa a favore dei terremotati dell'Emilia) vorrei raccontarvi un piccolo episodio che mi e' ritornato in mente. Una mattina mi stavo recando al lavoro e, mentre attraversavo il ponte sul Drau (il fiume che attraversa Villach), vedo che passa un treno sulla cui motrice (delle ÖBB, le ferrovie austriache) e' dipinta una gigantesca bandiera italiana con un bel "150" in mezzo.
Col senno di poi avrei voluto prendere la macchina fotografica per immortalare quello che stavo vedendo, ma ero talmente sorpreso che non ci sono riuscito. In quei 150 anni non si puo' dire che ci siano sempre stati rapporti cordiali tra i due paesi. Anzi: fino al 1918 ci e' presi a cannonate di santa ragione e quel "150" e' diventato tale soprattutto a spese loro.
Eppure "qualcuno" degli austriaci ha capito che quel loro vicino ingombrante e casinista ne aveva fatta di strada in questi 150 anni. Evidentemente questo "qualcuno" non ha creduto allo stereotipo dell'italiano donnaiolo,  mafiosetto, simpatico ma inaffidabile, mangiaspaghetti e suonatore di mandolino. Piuttosto ha visto un paese di gente che si e' rimboccata le maniche, si e' messa al lavoro e ha contribuito alla crescita del paese fino a farlo diventare una potenza economica mondiale e la seconda economia europea in fatto di esportazioni. E questo era un motivo buono per onorare il vicino.
Quello che soprattutto mi ha colpito e' che questo "qualcuno" guarda avanti, non indietro rinfacciandoci il passato e questa e' una caratteristica che noi italiani faremmo bene ad imparare abbastanza velocemente se vogliamo uscire dal pantano culturale (prima che economico) nel quale siamo finiti.

Nessun commento:

Posta un commento