domenica 30 settembre 2012

Un anno di Austria

E' un anno che sono qui in Austria. Mi ci sono trasferito per un'opportunità di lavoro che difficilmente mi sarebbe stata offerta in Italia sia in termini economici che in termini di opportunità, ma l'ho fatto anche (in accordo con mia moglie) perchè l'Italia non è più un paese dove far crescere i figli o dove si possa programmare un minimo il futuro al di fuori delle poche fortunate categorie sociali (di cui pur facevo parte). Stiamo ultimando il trasloco delle nostre cose dall'Italia ed essendo "vecchietti" la voglia di farne un altro nel giro di qualche anno neanche ci passa per la testa. Da questo punto di vista è molto improbabile che ritorneremo indietro: è più facile che ci si sposti più a Nord (la Baviera è ancora un posto appetibile per chi lavora nel settore IT e ha solo la conoscenza della lingua inglese).
Le scuole sono inziate: speriamo bene. Anche perchè è comunque dura: dopo un anno di corsi di tedesco riesco solo a  leggere i libri delle elementari; un articolo "leggero" di un quotidiano mi porta via diverse ore. Inoltre qui non sono molti a parlare il tedesco standard: tendenzialmente parlano il dialetto carinziano e questo mette in difficoltà anche mia moglie (che pure il tedesco lo sa). Quindi, cari aspiranti emigranti, studiate bene le lingue!!! Mi mangio le dita per non averlo fatto meglio in gioventù: adesso con la "vecchiaia" e i figli è tutto più difficile.  Alla prima riunione scolastica l'aver capito poco e niente mi ha frustrato non poco. Per fortuna la maestra italiana della classe di mia figlia mi ha fatto da traduttrice (mentre mia moglie era nella classe di mio figlio).
Non è solo una questione linguistica: ci sono anche le diversità di abitudini e di modi di pensare (e non mi sto riferendo al fatto che i vicini la mattina fanno colazione alle 06:30 con un bel paninone al burro e salame accompagnato da un bicchierone di birra). Ma di questo tratterò più avanti.
Due parole sulla situazione politica del posto. L'Austria mi ricorda molto l'Italia di venti anni fa quando economicamente le cose andavano bene e tangentopoli era di là a venire. Eppure qui in Carinzia i segnali di allarme (se vogliamo chiamarlo così) sono gli stessi: strapotere dei partiti e scandali che stanno spuntando a ripetizione (e non mi riferisco a quello del consigliere regionale carinziano, beccato in un bosco da una telecamera per l'osservazione della fauna, in imprese porno erotiche con una signora che non è sua moglie) per i troppi soldi pubblici che girano (occorre comunque dire che qui, come ladri, sono ancora dei dilettanti rispetto ai nostri). Ho pure la strana sensazione che siamo vicini all'esplosione di una bolla immobiliare: si costruisce a ripetizione e i prezzi sono assurdi per uno staterello di montagna che, praticamente, campa di turismo. Lo strapotere del settore pubblico lo si nota anche da piccole cose: i lavori di manutenzione sono ancora fatti da dipendenti comunali e non da ditte esterne come accade in molti comuni italiani. Cosa viene a costare un simile apparato? Probabilmente si ruba molto meno, ma le tasse sui redditi sono piuttosto alte anche qui.
Occorre dire però che i servizi pubblici funzionano: treni puliti e in orario (Villach ha 3 stazioni di cui una per il solo traffico merci), autobus, piste ciclabili perfette (le auto vengono da noi usate solo per andare a fare la spesa "grossa" una volta alla settimana o girare nei dintorni la domenica), la posta spedita arriva in un giorno, negli uffici postali sono veloci, gentili ed efficienti (mai fatto più di 5 minuti di coda, ma presumo perchè qui le pensioni non vengono erogate negli sportelli postali) come pure quelli comunali.
E questo, parlando da italiano, lo si apprezza non poco.
Con il vicinato le cose vanno bene, anche se gli austriaci siano tutt'altro che espansivi: il concetto "andiamo al bar a farci una bevuta alla fine del lavoro" praticamente non esiste. Dopo le 20:30 non gira un cane (ma col fresco serale si sta meglio sotto le coperte: qui siamo a 500 m.s.l.m. e ci sono un pò di gradi in meno rispetto alla pianura padana in qualsiasi stagione).
Alle prossime.

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