Un settore dove Microsoft sembra andar forte è quello delle console di gioco, ovviamente con la sua Xbox; ultimamente, grazie a Kodu, che si rivolge in particolare a un pubblico giovane, sembrerebbe anche voler portare qualcosa di nuovo trasferibile nelle piattaforme "serie" di programmazione.
Anche in questo caso sono stati menzionati alcuni precedenti, rinnovando al colosso di Redmond la solita accusa di ispirarsi a esperienze innovative altrui più che a promuovere innovazione in proprio; rimane il fatto che l'iniziativa è partita e, forse dalla primavera, ne vedremo gli sviluppi. E' significativo comunque che l'interesse del colosso si rivolga ai giovani, con un investimento che forse sarebbe opportuno portare anche nel settore PC, dove gli strumenti di sviluppo, anche gratuiti, non mancano, ma sono rivolti soprattutto agli adulti, con la recente eccezione di SmallBasic.
Altro giro, altra nuvola (nera): da anni ormai la Commissione Europea tiene d'occhio il monopolio di Microsoft, e dopo il Media Player potrebbe arrivare una multa, o qualche altro provvedimento, relativo alla (im)possibilità di disinstallare Internet Explorer per rispetto alla concorrenza in questo settore. Come testimoniano i numerosi commenti alla notizia, la questione è abbastanza nota e dibattuta, anche se sembra una di quelle storie senza fine, che avranno probabilmente una svolta quando ormai non avranno quasi più significato. Va ricordato che nella precedente sentenza della Commissione c'era la richiesta di apertura del codice sorgente di Windows, che forse in piccola parte si è realizzata, ma direi senza effetti realmente tangibili.
A questo proposito, qualcuno ha suggerito che Microsoft potrebbe, spontaneamente e nel suo stesso interesse, rendere open source il sistema operativo, ma al momento non sembra un'operazione davvero necessaria, e probabilmente farebbe più male che bene. I vantaggi non sono immediatamente quantificabili, ma la creatività può dare frutti inattesi: quanti hanno lavorato nel buio per mettere Linux sull'iPod prima che ci ritrovassimo Mac OS X in tasca? Il problema vero è che potrebbe trattarsi di un processo lungo e difficile anche per motivi legali, gli stessi che sembrano aver dissuaso IBM rispetto all'apertura dei sorgenti di OS/2, e potrebbe portare perfino più frammentazione (non certo desiderabile) che rinnovamento. D'altra parte, l'attenzione di Microsoft verso il mondo Open Source non è cosa nuova, e ci sono a testimoniarlo siti come Port 25, CodePlex, anche se non mancano critiche alle licenze di alcuni programmi.
Insomma, ci troviamo dalle parti di un anniversario con un certo valore simbolico, quello dello spot di Apple, un concorrente temibile a livello consumer, soprattutto negli ultimi tempi, nonostante i problemi di salute che affliggono Steve Jobs. Altri concorrenti su fronti diversi, come Linux e Google, stanno dando qualche grattacapo al gigante, che forse farebbe bene a cercare nuove strade finché si trova in (relativamente) buona salute.
Come IBM all'inizio degli anni Novanta, bisogna puntare su strade nuove, o almeno modificare le vecchie abitudini, perché i sistemi operativi devono saper stare su macchine potenti, ma anche su gadget tascabili. Diversificare, nel senso modulare del termine, è anche il consiglio di Devin Coldawey: non perché vada di moda, ma perché effettivamente il mondo e il mercato stanno cambiando.
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